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CENNI STORICI
Frabosa Sottana anticamente si chiamava Ferraria e per i molti boschi che si trovavano sul territorio fu chiamata Ferraria ad Boschos , denominazione che venne poi abbreviata in Frabosa. E’ assai probabile che il nome Frabosa derivi da due elementi di cui il territorio era ricco, il ferro e la legna. Frabosa Sottana venne fondata ufficialmente dai Romani nei primi secoli dopo Cristo, che la chiamarono Rocha Ferraria, dalla montagna rocciosa che sovrasta il paese che era ricca di materiale ferroso. Il nome di Frabosa sembra essere formato da due parole FRA e BOSA. Fra deriva da Frea che nell’antico dialetto voleva dire ferriera, derivato dal latino ferraria. Bosa probabilmente deriva dalla dizione dialettale che significava bosco. Il nome di Frabosa si è formato tra il 1000 ed il 1100, quando Frabosa Sottana si unì a Frabosa Soprana. Frabosa assunse dal 1200 per alcuni secoli la denominazione di Frabosa dei mulini visto che in zona si erano diffuse le macine mosse ad acqua sfruttando la forza del torrente Maudagna.
I Liguri furono i primi abitanti storici di Frabosa Sottana, (dal VI al II secolo Avanti Cristo) che si stanziarono lungo il corso del Maudagna. La localizzazione del sito abitato dai Liguri pare sia riconducibile alla località di Mondagnola (anticamente chiamata Maudagnola) ed alla frazione di Pianvignale situata in collina. Dello stanziamento dei Liguri non rimane a Frabosa quasi nulla a parte alcune pietre che vengono alla luce durante gli scavi nel terreno. Alle genti Liguri si succedettero prima dell’arrivo dei Romani popolazioni di origine celtica. Nel 1210 si trova per la prima volta una citazione di Frabosa. Sulla discussione se sia nata prima Frabosa Sottana o Soprana, occorre evidenziare che Soprana è più antica (era già abitata in tempi preistorici sembra addirittura prima di Mondovi), mentre Sottana è nata prima come aggregato urbano abitato dai Liguri e dai Celti per poi passare sotto ai Romani a partire dal I secolo dopo Cristo. Le popolazioni celto-liguri stanziate lungo il corso del torrente Maudagna dovettero accettare il protettorato di Roma.
I Romani cominciarono lo sfruttamento industriale della valle Maudagna, con l’apertura a Frabosa Sottana di cave per l’estrazione del marmo bianco e con lo sfruttamento dei giacimenti minerari ferrosi, ma non tralasciando la coltivazione dei terreni con la produzione di grano, segale e uva. Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente (475 d.C.) si apre l’epoca delle invasioni barbariche;ma occorre dire che Frabosa Sottana non viene toccata in questi quattro secoli, che la separano dall'arrivo dei Saraceni nei primi anni del 900. Sono assenti le testimonianze scritte, ed anche i ritrovamenti archeologici sono quasi insignificanti. I Saraceni imperversarono con le loro scorribande nel Monregalese a partire dal 906 d.C. fino al 950 saccheggiando ovunque monasteri ed impadronendosi di molti passi alpini, sfruttando la loro supremazia militare e la scarsa resistenza delle milizie locali, spesso male organizzate. Nei pressi dell'attuale abitato di Pianfei edificarono un castello capace di contenere oltre 500 militari e sul territorio costruirono anche molte torrette di vedetta, utilizzate come presidi ma anche come mezzo di comunicazione con segnali luminosi. Anche dopo la loro sconfitta, molti saraceni rimasero in zona con la conversione al cristianesimo e mescolandosi alla popolazione locale, basti pensare che molti cognomi attuali ed i nome di alcune località sono riconducibili ai mori, così come molte parole dialettali.
Tra il 1200 ed il 1500 si ha una crescita della comunità di Frabosa che arriva ad avere una popolazione di poco inferiore ai duemila abitanti, dedita soprattutto all’agricoltura ma anche alla piccola industria favorita dalla presenza di numerosi mulini. Nel 1596 venne ufficialmente sancita dalla Corte Ducale di Torino la separazione tra Frabosa Soprana e Sottana. Alcune ipotesi sulla separazione parlano di diverse radici etniche e linguistiche. A Soprana con radici montanare ed una parlata Quiè (occitana), a Sottana caratterizzata da una popolazione multietnica. Nel 1630 Frabosa Sottana viene quasi cancellata dalla pestilenza che provoca in pochi mesi numerose vittime. I pochi abitanti sopravvissuti, grazie anche al contributo di nuove persone giunte dal Monregalese, edificano a partire dal 1650 una nuova chiesa parrocchiale (l’attuale chiesa di S. Giorgio).
Nel 1670 fu imposto dai Savoia il prelievo obbligatorio del sale. Fino allora il sale lo si poteva importare liberamente dalla Liguria. Il Governo centrale di Torino impose un quantitativo fisso che ognuno era obbligato a comprare dal Monopolio. Nel 1681 scoppiarono i primi tumulti, anche gli abitanti di Frabosa si sollevarono. La rivolta fu tenuta a freno dai Marchesi Pallavicino (che erano stati nominati dai Savoia Signori delle due Frabose). Nel 1686 si ebbero nuovi disordini, alimentati dagli aumenti delle varie gabelle; la povertà e la miseria aumentavano alimentando il fenomeno del brigantaggio. Nel 1699 il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia amnistiò i colpevoli, ma di contro fece demolire parecchie case con la scusa che erano appartenute ai briganti.
Nel 1796 Frabosa pagò un tributo molto alto in termini di indennizzo di guerra richiesto da Napoleone Bonaparte a seguito delle sue campagne in Italia. Nel 1802 il paese entrava a far parte della nuova divisione amministrativa voluta dai francesi con il Mandamento di Frabosa che comprendeva i due paesi di Sottana e Soprana. Nel 1872 da segnalare la nascita della prima fabbrica per l’estrazione del tannino a S. Giacomo due chilometri prima di Frabosa, neltre alla fine del secolo nel 1898 venne scoperta la grotta del Caudano ad opera degli operai che lavoravano alla produzione di energia elettrica per l’illuminazone della città di Mondovi, nella frazione Miroglio dietro alle cave di marmo.
Venendo ai giorni nostri, si ha la trasformazione di Frabosa Sottana da paese prevalentemente dedito all’agricoltura, al pascolo ed all’attività dell’estrazione del marmo, a paese a prevalente sviluppo turistico con la creazione delle stazioni sciistiche di Artesina e Prato Nevoso ad opera degli imprenditori liguri. Padre di Artesina fu l’ingegnere savonese Ugo Modena che fece nascere dal nulla una delle più importanti strutture di sport invernali del Piemonte. Nel 1961 nasceva il primo impianto, lo skilift Gaviot che aveva una portata di 600 persone all’ora. Quattro anni più tardi nasceva la seconda stazione sciistica del comune di Frabosa Sottana, Pratonevoso nella verde conca del Prel.
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